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L'istat ha fissato la data del black-out del sistema pensionistico

L'istat ha fissato la data del black-out del sistema pensionistico

Il 27 settembre l’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) ha pubblicato la nuova edizione del Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni. Secondo le analisi di questo fondamentale rapporto statistico, l'Italia si trova di fronte a una significativa diminuzione della sua popolazione. Già nei prossimi sette anni in Italia vivranno un milione di persone in meno. Nel 2040, potremmo assistere alla scomparsa di una città grande come Roma, e nel 2050, il paese potrebbe mancare all'appello di ben 4,5 milioni di persone. Questi dati rappresentano un campanello d'allarme per la sostenibilità del sistema produttivo e degli equilibri sociali.

L'Istat ci mette in guardia sulla crisi demografica imminente, evidenziando che anche un aumento della natalità, sebbene auspicabile, non sarà sufficiente a invertire questa tendenza preoccupazioni

Per capire appieno la portata del problema, esaminiamo i dati forniti dall'Istat. Al 1° gennaio 2022, l'Italia aveva una popolazione di 59 milioni di residenti, ma questa cifra è destinata a diminuire in modo significativo. Si prevede che nel 2030 ci saranno solo 58,1 milioni di residenti, e nel 2050 la popolazione scenderà ulteriormente a 54,4 milioni. Guardando più a lungo termine, nel 2080 potremmo mancare di oltre 10 milioni di persone, con una popolazione stimata inferiore a 46 milioni, equivalente a svuotare improvvisamente città come Roma, Napoli e Milano.

La diminuzione della popolazione sarà più evidente nel Mezzogiorno, dove il calo dei residenti risulta irreversibile, mentre nelle regioni settentrionali ci potrebbe essere un lieve aumento.

I flussi migratori non saranno in grado di compensare questa diminuzione demografica, e presentano anche un alto grado di incertezza.

Inoltre, l'invecchiamento della popolazione sta diventando sempre più evidente, con la percentuale di individui di età superiore ai 65 anni che passerà dal 23% al 34%. Entro il 2042, solo una famiglia su quattro sarà composta da una coppia con figli, e aumenteranno le famiglie composte da un genitore solo, con il numero di monogenitori che potrebbe raggiungere i 3 milioni.

Tutto ciò mette a rischio la sostenibilità del sistema pensionistico, con il rapporto tra individui in età lavorativa (15-64 anni) e non (0-14 e 65 anni e più) che passerà da circa tre a due nel 2022 a circa uno a uno nel 2050. Questo comporterà un aumento della spesa pubblica per i pensionati a carico dei lavoratori e degli imprenditori, mentre la base produttiva del paese continuerà a contrarsi.

L'indice di vecchiaia, che misura il rapporto tra anziani e giovani, è in costante aumento, passando dal 138% nel 2005 al 188% nel 2022. Si prevede che possa raggiungere il 293% nel 2042, con gravi conseguenze sull'economia italiana.

La domanda che tutti devono porsi è quella relativa all’età pensionabile: se e come verrà modificata. La riforma Monti-Fornero aveva fissato l'età minima a 67 anni a partire dal 2021, ma interventi successivi hanno ritardato questo aumento, portandolo al 2024. A partire dal 2025, si prevede che l'età pensionabile possa aumentare progressivamente, arrivando a 68 anni e 11 mesi nel 2040.

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