
La più grande azienda italiana è il Canton Ticino. In Svizzera. Sembra una battuta, ma non lo è: negli ultimi vent’anni il numero dei cosiddetti frontalieri è aumentato in maniera esponenziale: si calcola che ogni giorno quasi 70mila lavoratori varchino il confine per lavorare a pochi chilometri di distanza nelle aziende della vicina Svizzera. Nessuna azienda italiana oggi può vantare 70mila dipendenti. Anzi, se ne guarda bene dall’assumerli.
Nelle scorse settimane, dopo decenni di trattative, Italia e Svizzera sono finalmente riusciti a sottoscrivere anche un accordo sul trattamento fiscale dei frontalieri, che hanno sempre correttamente pagato le tasse in Svizzera ma non potevano contribuire ai servizi di cui usufruiscono in Italia, rischiando una doppia tassazione. In sostanza, da quest’anno il fisco svizzero girerà al fisco italiano una parte delle tasse pagate dai nostri lavoratori frontalieri.
Anche la questione fiscale relativa al frontalierato è quindi stata sdoganata. Nessuna definizione potrebbe calzare meglio.
Per quale motivo oltre 70mila lavoratori italiani ogni giorno passano il confine per andare al lavoro e poi rientrare a casa in Italia ogni sera? Essenzialmente, dal punto di vista dei lavoratori, vivere in Italia a pochi chilometri o a poche centinaia di metri dal confine e poi lavorare con contratto a tempo indeterminato in Svizzera è un’ottima soluzione. Senza se e senza ma. Lo stipendio medio per un operaio generico sfiora i 4mila euro al mese. Lo stesso vale per il personale della ristorazione e del commercio. Se poi si sale nelle qualifiche professionali, lo stipendio medio sale abbondantemente sopra i 4-5mila euro al mese.
Ecco perché nessuna azienda o nessun gruppo aziendale italiano può reggere il confronto in termini di dipendenti e di fatturato con quanto ogni giorni quasi 70mila lavoratori frontalieri producono. Bisogna anche sottolineare che la maggior parte delle aziende del Canton Ticino non sono certamente multinazionali con sede a Zurigo o a Londra. Tutt’altro. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta… della sede svizzera di medie imprese italiane.
Aziende italiane, anzi italianissime, che negli ultimi decenni hanno deciso di trasferirsi fisicamente e fiscalmente nel Canton Ticino. Dove preferiscono pagare i propri dipendenti il doppio o anche il triplo di quando sarebbero costretti a sottopagarli in Italia.
Questi sono i numeri reali, pubblici, trasparenti. Accompagnati dal corollario che il Canton Ticino non è un paradiso fiscale. Tutt’altro. E’ invece un territorio dove il governo locale ha da tempo definito e concretizzato una reale politica di sviluppo industriale ed economico. Dove lo Stato non è un mostro burocratico che intralcia e risucchia risorse in un buco nero, ma un alleato attraverso il quale concretizzare le proprie idee imprenditoriali. Dove lo stato non ruba risorse ai lavoratori ed alle aziende che producono per elargire finanziamenti agli amici degli amici o a qualsivoglia gruppo lobbystico. Nessun finanziamento, nessun incentivo. La parola d’ordine delle istituzioni nei confronti delle imprese e dei lavoratori è una sola: semplificare.
Detto questo, come è possibile conoscere le opportunità di lavoro in Svizzera ed in particolare nel Canton Ticino. Non esiste che l’imbarazzo della scelta. Ad esempio, collegandosi al motore di ricerca di questo sito dedicato alle opportunità di lavoro in Ticino. Cliccando QUI si accede alla home page e si può dare inizio alla ricerca. Ad esempio, inserendo una parola chiave come “operaio” o “ingegnere”. Addiittura è possibile perfezionare la ricerca indicando la zona di preferenza, ad esempio Lugano o Chiasso (comune ticinese che, per inciso, si trova a dieci minuti dal centro storico di Como). Tutto qui. Basta volerlo.