Tra il 2019 e il 2024 l’occupazione in Italia ha registrato un aumento significativo, spinta dall’incremento dell’offerta di lavoro, dalla ripresa delle assunzioni e dalla maggiore partecipazione dei lavoratori più anziani. Un ruolo decisivo è stato svolto dai servizi avanzati, in particolare quelli legati a AI e ICT, che hanno favorito la nascita di nuovi posti e la creazione di unità aziendali specializzate.
Queste sono le evidenze contenute nello studio della Banca d’Italia pubblicato a settembre, dal titolo “L’occupazione in Italia dopo la pandemia”.
RETRIBUZIONI E CRESCITA SETTORIALE
Il documento sottolinea un aspetto inatteso: non sono le imprese con i salari più alti a mostrare la maggiore crescita occupazionale, pur avendo incrementato l’intensità di capitale. Sono invece i servizi tecnologici e professionali a distinguersi per dinamiche retributive migliori rispetto sia ai servizi tradizionali sia all’industria.
Le aziende che adottano Intelligenza Artificiale offrono condizioni salariali più vantaggiose e assumono più addetti in ruoli che sfruttano la complementarietà con queste tecnologie. Il report sfata così un luogo comune: l’IA non ha generato un calo occupazionale, ma al contrario ha favorito l’espansione della forza lavoro proprio nelle professioni più esposte all’innovazione.
L’IMPATTO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Secondo Bankitalia, l’IA svolge compiti che potrebbero potenzialmente sostituire attività cognitive umane. Tuttavia, nell’ultimo decennio, le imprese che l’hanno integrata hanno visto crescere l’occupazione nelle aree professionali più a rischio di automazione, segnalando un impatto positivo sul mercato del lavoro.
DINAMICHE RETRIBUTIVE NEI SETTORI TECNOLOGICI
Il comparto con le performance più brillanti è quello del software e dei servizi informatici, che da solo ha contribuito per il 45% al saldo complessivo dei comparti tecnologici. Le assunzioni nei settori che richiedono competenze tecnologiche hanno invece mostrato una dinamica più debole, riallineandosi ai livelli pre-pandemia soltanto nel 2023.
IL RUOLO DEL LAVORO DA REMOTO
Un altro elemento evidenziato dallo studio riguarda la diffusione dello smart working, che può ridurre le difficoltà di reperimento del personale soprattutto nei servizi ad alta intensità di conoscenza e tecnologia. La possibilità di assumere professionisti anche oltre i confini locali amplia infatti le opportunità di reclutamento e sostiene la crescita occupazionale in settori altamente specializzati.
