
Si avvicina il momento di spostare le lancette dell'orologio: nel 2025, il passaggio dall’ora solare all’ora legale avverrà nella notte tra sabato 29 e domenica 30 marzo. Rispetto al 2024, quando il cambio avvenne tra il 30 e il 31 marzo, quest'anno l'ora legale arriverà leggermente in anticipo.
Come di consueto, alle 2 di notte le lancette andranno spostate avanti di un'ora, portandosi direttamente alle 3. Questo comporterà una riduzione del sonno di un’ora, ma permetterà di godere di giornate più lunghe e di maggiore luce naturale nelle ore serali.
Ora legale 2025 e gli effetti sulla busta paga
Se per la maggior parte delle persone il passaggio all'ora legale si traduce in un semplice adattamento del ritmo quotidiano, per i lavoratori notturni il cambiamento può avere un impatto diretto sulla busta paga. In particolare, il turno di lavoro della notte del 29-30 marzo sarà più breve di un’ora per chi lavora in determinate fasce orarie.
Ecco alcuni esempi:
- Turno dalle 1:00 alle 6:00: a causa del cambio dell’ora, alle 2:00 si passerà direttamente alle 3:00, riducendo il turno effettivo da 5 a 4 ore.
- Turno dalle 2:00 alle 7:00: il lavoratore inizierà direttamente alle 3:00, perdendo un’ora di servizio rispetto al solito.
Retribuzione e regolamentazione contrattuale
La principale preoccupazione dei lavoratori notturni riguarda la retribuzione per l’ora non lavorata. La gestione di questa situazione dipende dai contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL) e dalle politiche aziendali.
Nella maggior parte dei casi, i CCNL prevedono che il lavoratore riceva comunque la retribuzione completa per il turno programmato, anche se di fatto ha lavorato un'ora in meno. Questo significa che non ci saranno decurtazioni in busta paga e il compenso rimarrà invariato. Tuttavia, alcune aziende potrebbero adottare politiche diverse, per cui è sempre consigliabile verificare il proprio contratto di lavoro.
Perché si cambia l’ora?
L'ora legale è una pratica adottata in molti paesi per sfruttare al meglio la luce naturale nei mesi più caldi. L'idea, inizialmente proposta in chiave satirica da Benjamin Franklin nel 1784, venne poi adottata per la prima volta in modo sistematico dalla Germania nel 1916, durante la Prima Guerra Mondiale, per ridurre il consumo di energia. Successivamente, molti altri paesi, tra cui gli Stati Uniti e le nazioni europee, seguirono l’esempio.
L’obiettivo dell’ora legale è ridurre il consumo energetico, poiché le giornate più lunghe permettono di utilizzare meno energia per l’illuminazione artificiale. L'Italia continua ad adottare questo sistema, nonostante nel 2019 l'Unione Europea abbia dato la possibilità ai singoli Stati membri di scegliere se mantenere o abolire il cambio d’ora.
In conclusione, il passaggio all'ora legale 2025 porterà con sé i consueti effetti sul ritmo quotidiano e sui turni di lavoro notturni, ma senza impatti significativi sulle retribuzioni, salvo diverse disposizioni aziendali.