
Non tutte le ore lavorate vengono pagate allo stesso modo. Straordinari, turni notturni e festivi seguono regole particolari fissate dai contratti collettivi nazionali di lavoro (Ccnl), che prevedono maggiorazioni specifiche. A livello fiscale, però, questi compensi vengono trattati come la normale retribuzione: prima i contributi (generalmente il 9,19% a carico del lavoratore), poi l’applicazione dell’Irpef secondo lo scaglione di reddito.
FLAT TAX SUGLI STRAORDINARI DAL 2026
Il governo sta lavorando a una riforma fiscale che potrebbe entrare in vigore dal 2026. Tra le ipotesi in discussione c’è l’introduzione di una flat tax in busta paga: non un’aliquota unica su tutto il reddito, ma solo sui compensi accessori come straordinari, notturni e festivi.
Il modello di riferimento è quello già in vigore per i premi di produttività, tassati con un’imposta sostitutiva del 5%. L’idea è quindi di applicare un’aliquota ridotta anche a queste voci, permettendo ai lavoratori di incassare un netto più alto senza costi aggiuntivi per le imprese.
COME FUNZIONA OGGI L’IRPEF
L’attuale sistema è progressivo e prevede tre scaglioni principali:
- 23% fino a 28.000 euro di reddito annuo
- 35% tra 28.001 e 50.000 euro
- 43% oltre i 50.000 euro
Gli straordinari e i festivi vengono tassati con la stessa logica, andando quindi ad aumentare la base imponibile del reddito complessivo.
LIMITI E CONDIZIONI
Per garantire la sostenibilità della riforma, la flat tax sugli straordinari potrebbe essere vincolata a:
- un tetto massimo di reddito per accedere al beneficio;
- un limite annuo di importo agevolabile, oltre il quale scatterebbe la tassazione ordinaria.
QUANTO AUMENTA LO STIPENDIO
Con l’imposta sostitutiva al 5%, la differenza sarebbe significativa:
- Su 1.000 euro lordi di straordinari, un lavoratore con aliquota al 35% otterrebbe circa 300 euro netti in più rispetto a oggi.
- Con aliquota al 43%, il vantaggio salirebbe a oltre 350 euro.
Per chi accumula tra 500 e 1.500 euro annui di straordinari e lavoro festivo – come avviene spesso nei settori commercio, turismo e ristorazione – il beneficio reale oscillerebbe tra i 150 e i 450 euro netti all’anno.
In sintesi, la flat tax in busta paga rappresenterebbe un incentivo concreto per i lavoratori più esposti a turni extra, aumentando il netto percepito senza gravare sulle aziende. Resta però da capire se e come il governo deciderà di inserirla nella prossima Legge di Bilancio.